La costruzione della chiesa di Santa Maria di Bonaria scaturisce dagli esiti del concorso indetto nel 1967 dalla “Pontificia Opera per la Preservazione della Fede e la Provvista di nuove chiese in Roma”, che ha quale scopo la creazione di quattro nuovi centri parrocchiali in altrettante aree periferiche della capitale (quadranti Nord, Est, Sud e Ovest).
I progetti presentati devono soddisfare i requisiti richiesti, che derivano soprattutto dalle nuove norme imposte dall’entrata in vigore della Riforma liturgica sancita dal Concilio Vaticano II.
Una di queste aree è individuata nella zona di ponente di Ostia, fortemente degradata e per il cui recupero il Comune di Roma ha predisposto il Piano di Zona n. 55, che prevede la realizzazione di mercati, scuole, altre infrastrutture di servizio e, anche, una chiesa.
Il concorso per Ostia viene vinto da un team composto da Francesco Berarducci, Giorgio Monaco e Giuseppe Rinaldi.
I tre architetti propongono un volume semplice, in grado di relazionarsi con la difficile realtà urbanistica ed edilizia dell’intorno.
Nella chiesa – che è coperta con un tetto inclinato praticabile, dal quale emergono alcuni elementi ai quali corrispondono ben determinate funzioni interne – i progettisti utilizzano simbolicamente geometrie diverse, sottolineando ad esempio con il cerchio lo spazio destinato all’assemblea dei fedeli.
L’edificio, che è stato realizzato solo parzialmente a causa di problematiche di ordine economico, è stato inaugurato nel 1982.
Via di Nostra Signora di Bonaria, 2