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Tor Boacciana e Tor San Michele

Tor Boacciana e Tor San Michele
Cosa fare Cultura

Ostia vanta la presenza di due luoghi monumentali al momento non fruibili poiché non accessibili al pubblico, ma che vale comunque la pena vedere dall’esterno. Se non altro per il valore storico che rappresentano.

Tor Boacciana

In via  Tancredi Chiaraluce, quasi all’angolo con il Ponte della Scafa che congiunge Ostia a Fiumicino attraversando il Tevere, si trova la Torre Boacciana.
Secondo le fonti storiche (G.M. DE ROSSI, Le torri costiere del Lazio, Newton e Compton, Roma 1984), Tor Boacciana assume l’aspetto attuale nel XIII secolo, sui resti di quello che era il basamento dell’antico faro di Ostia. Ipotesi più che fondata, considerati anche i ruderi delle banchine portuali rinvenuti nella campagna di saggi archeologici di tre anni fa, legata al progettato nuovo ponte della Scafa.
Il nome deriverebbe da un tale Cencius Bobazanus, che nella prima metà del 1200 “aveva costruito un piccolo fortilizio ad Ostia, per combattere Riccardo dei Conti”.

Alla torre fa accenno la cronaca dello sbarco di Re Riccardo “Cuor di Leone” nel 1190.
È possibile che si trattasse allora di una rudimentale postazione di vedetta, limitata alle sole strutture romane superstiti. Probabilmente la torre deve essere identificata nella “Turris civitatis Ostiensis que Tiberina flamini imminet” che fu restaurata nel 1406 durante il pontificato di Innocenzo VII.
Nel giugno del 1434 Papa Eugenio IV, travestito da monaco, fu costretto ad abbandonare Roma, seguendo il corso del Tevere a bordo di un piccolo natante: le cronache ci fanno sapere che solo alla vista della torre Boacciana il Pontefice poté considerarsi al sicuro dai suoi inseguitori, che lo minacciavano oramai da presso.

Foto di P. Germoni

In seguito allo straripamento del Tevere, avvenuto nel settembre del 1557 e che causò un avanzamento della linea di costa di circa mille metri, la Torre Boacciana cessò completamente la sua funzione militare, che si spostò più avanti, dove fu costruita Tor San Michele.

Torre Boacciana torna a vitalizzarsi alla fine dell’Ottocento, e più esattamente il 12 agosto 1894, allorquando Tancredi Chiaraluce ottiene dal principe Giuseppe Aldobrandini, proprietario della zona, l’affitto della struttura. Ne ricaverà una rivendita di vino e panini al servizio dei cacciatori che venivano a frequentare la zona, allora semi-disabitata.

Tor San Michele

La magnifica Torre San Michele, che si trova all’Idroscalo (in via degli Atlantici), deve il suo nome a Pio V (al secolo Michele Ghisleri); fu infatti così chiamata in onore del suo protettore, S. Michele Arcangelo.
La sua costruzione si rese necessaria, nel secolo XVI, per difendere quel tratto di costa dalle incursioni saracene. Infatti il Castello di Ostia e l’antica torre di Boacciana non erano più di grande utilità, perché si erano venute a trovare notevolmente arretrate in seguito all’onda di piena del Tevere del 1557.

La progettazione della torre fu affidata a Michelangelo, il quale mise in pratica tutti i più moderni accorgimenti difensivi e offensivi dell’epoca. La costruzione, in seguito alla morte del Buonarroti, avvenuta nel 1564, fu condotta da Giovanni Lippi, che la portò a termine in 3 anni.

Nel’agosto del 1589 la torre fu chiamata a sostenere uno scontro con tre vascelli corsari, provenienti da Tunisi, che nottetempo avevano raggiunto la foce del Tevere. A causa del pessimo stato delle artiglierie e del conseguente modesto cannoneggiamento non fu possibile impedire che i pirati, dopo aver affondato un bastimento greco che si trovava presso la foce, si allontanassero trascinando a rimorchio un altro battello pieno di mercanzie. La torre di S. Michele lanciò allora segnali di allarme che furono raccolti e ripetuti dalle altre vedette dislocate lungo la costa, sino a Terracina.

La Torre è ancora in condizioni eccellenti: ha una forma ettagonale con lati di 18m ed un’altezza di 18m da terra.
La costruzione si sviluppa su 3 piani ed è presente una piazza d’armi sulla terrazza.

I primi due piani presentano dei vani di ventilazione ed il terzo piano occupa interamente l’ultimo volume fino alla terrazza. Al centro della terrazza c’è un’apertura verticale, la cui bocca misura 8 metri di diametro, che mette in comunicazione la base della torre e la terrazza: questa è parte di un particolare sistema di difesa che assieme all’inclinazione della superficie del pavimento della terrazza verso l’apertura, favoriva lo scorrimento dei proiettili incendiari lanciati dalle navi nemiche, verso la base della torre, lasciata vuota a quello scopo.

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