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Di fronte al castello sorge la cattedrale di Sant’Aurea.
S. Aurea, in greco chryse, venne sepolta “foras muros portas Ostiae”. Dal Liber Pontificalis apprendiamo che una basilica a lei dedicata era stata restaurata nel 495 da Bellator, vescovo di Ostia, e nel VI secolo, da papa Sergio I (687-701), che fece ricostruire il tetto. Al V secolo è stata inoltre datata la colonnina di marmo rinvenuta nel 1950 presso l’abside della chiesa e che probabilmente svolgeva la funzione di portacero pasquale.
La cattedrale tardoantica era più grande dell’attuale, aveva murature in opera laterizia ed era divisa in tre navate; alcuni resti sono ancora visibili sotto l’attuale edificio.
Nel 1430, quando papa Martino V fece eseguire degli scavi finalizzati alla ricerca del corpo di Santa Monica, la chiesa era probabilmente in pessime condizioni.
E’ tuttora in discussione se la costruzione della nuova fabbrica sia da attribuire al cardinale d’Estouteville, nominato vescovo di Ostia e Velletri nel 1462. Probabilmente l’alto prelato, in occasione del giubileo del 1475, avviò consistenti opere di ripristino, ma l’iscrizione posta sull’arco trionfale (“aedem divae aurae iul(ius) card(inalis) episc(opus) ostien(sis) dicavit” (Giulio, cardinale e vescovo ostiense dedicò il tempio a S. Aurea), sembra piuttosto indicare in papa Giulio II il committente della chiesa.
Giorgio Vasari assegna la paternità del progetto a Baccio Pontelli; altri indicano invece Giuliano da Sangallo o Bramante.
